Non ricordo dove l’ho letto, ma qualcuno ha scritto che “l’autunno fa guardare il cielo, mentre la primavera la terra”. Amo le piante della nostra pianura, la maestosità delle querce, i contorti rami della robinia, l’ontano dal legno rossiccio, la chioma larga dell’olmo. Ma c’è un albero che abbiamo importato che mi affascina: il ginkgo biloba .
Il nome è misterioso e ti porta in oriente. Le sue foglie, piccoli ventagli , in questa stagione, sono di un giallo intenso. Ne ho uno in giardino,un po’ malconcio, ma andando al lavoro , sia pur un po’ castigato , un po’ troppo vicino ad una casa ,ne incontro un esemplare enorme …meraviglioso. Ti colpisce da lontano e non puoi non innamoratene. E’ un colpo di fulmine. Puoi anche non notarlo in primavera, ma il giallo dell’ autunno , è sole in mezzo alla foschia.
Ali di migliaia di farfalle. Prima non lo sapevo , ma mi hanno spiegato che ha un sesso…ed è preferibile quello maschile visto che purtroppo la femmina produce frutti maleodoranti, drupe che ti respingono per l’odore penetrante. Anche i belli hanno i loro punti deboli. Il Ginkgo, chiamato anche”albero della vita”, è una pianta millenaria nota in tutto il mondo per le sue proprietà benefiche. In India era utilizzato come ingrediente fondamentale di un elisir di lunga vita: il soma.
Dal punto di vista botanico, appartiene alla famiglia delle ginkgoinae e ha circa 250 milioni d’anni. Rappresenta l’unico superstite di quella famiglia vegetale giunto fino a noi. Inizialmente era distribuito ovunque, anche in Europa, ma a partire dall’epoca delle glaciazioni, la sua presenza si è ridotta prevalentemente all’ Oriente, dove ha trovato più favorevoli condizioni di vita. Probabilmente ha visto i dinosauri.
Le sue foglie alleviano l’asma , il mal di testa, gli acciacchi della vecchiaia . E’ provato che favorisca la circolazione del sangue e rappresenti un grande rimedio per la perdita della memoria. Ultime ricerche lo danno come possibile trattamento per la demenza di alzheimer.
Pianta forte e resistente.Tra le tante leggende lette mi piace ricordare una storia vera. Quando la bomba atomica trasformò la città di Hiroshima in un deserto annerito,un vecchio ginkgo cadde fulminato al centro dell’esplosione .L’albero rimase calcinato come il tempio buddista che proteggeva (è infatti albero sacro ai buddisti).Tre anni dopo qualcuno scoprì una luce verde che spuntava dal carbone .Era un germoglio. L’albero rinacque, aprì le braccia, fiorì. E’ ancora là simbolo di vita e pace.