Pescarolo, Cremona. La sala Camozzi di Cassa Padana ospita venerdì 4 novembre un evento promosso dalla Biblioteca Comunale, la presentazione del libro: “Le stanze vuote” di Luisa Trimarchi, insegnante di lettere e autrice di poesie e racconti.
Era il tempo del covid, del vuoto che circondava la quotidianità, la pandemia arrivata all’improvviso e senza preavviso allontanava le vite, creava un vuoto! La silloge del libro si apre con una dedica a un’aula senza più alunni; un’assenza che diviene condizione generale e collettiva. Le stanze vuote incombono, inesorabili. “È solo il vuoto – triste vuoto –” che ci costringe a confrontarci con un profondo senso del limite. Appaiono difatti muri ad amplificare vicinanze e distanze, sempre nel grigiore diffuso di un’atmosfera sospesa.
In questa dimensione, squisitamente anarchica, si definisce il percorso lirico di Luisa Trimarchi: bere, assorbire, respirare, trasudare le storie delle persone. Ascoltarle, lenirne il dolore, raccogliere lacrime, asciugarle e piangere tanto, goccia dopo goccia, sino a cadere sul terreno fertile, restituendoci, dal nulla e nel nulla, una preziosa e indomita poesia.
«Restano vuote le mie stanze
con i superstiti che parlano
– i ricordi che si arrestano –
tacciono d’un tratto – è tutto
vuoto – gridano le voci –
è follia – dice – la testa piena.»
Luisa Trimarchi si è laureata con lode in Lettere, all’Università “La Sapienza” di Roma. Le lezioni e la tesi con Biancamaria Frabotta la incoraggiano alla scrittura. Segue corsi di perfezionamento e master. Arriva a Cremona per lavoro prima presso la Dogana, poi insegnante al liceo. Frequenta la “Bottega di narrazione” di Giulio Mozzi. Partecipa a reading e rassegna di poesia. Ottiene riconoscimenti in concorsi nazionali e alcuni suoi testi sono inseriti nelle antologie dei premiati. Nel 2021 pubblica Versi della dimenticanza (Transeuropa).