Milano. Il 15 maggio Emergency compie trent’anni. In quest’arco di tempo, l’associazione ha lavorato per offrire cure medico – chirurgiche alle persone che soffrono le conseguenze delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà, promuovendo contemporaneamente una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.
Dal maggio del 1994 a oggi, Emergency è intervenuta in 20 Paesi, costruendo ospedali e strutture sanitarie nei luoghi più difficili, curando gratuitamente oltre 13 milioni di persone e facendo conoscere l’unica verità della guerra: 9 volte su 10 le vittime dei conflitti sono civili.
In un mondo che continua a essere martoriato dalle guerre, dove non vengono rispettati i diritti fondamentali e dove le disuguaglianze sono all’ordine del giorno, le parole di Gino Strada, fondatore di Emergency, continuano a essere d’ispirazione: “Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è una cosa che riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi”.
Emergency, dopo trent’anni, continua a non voltarsi dall’altra parte. Attualmente l’ong lavora in Iraq, con un centro di riabilitazione e reintegrazione sociale a Sulaimaniya, in Afghanistan con 42 posti di primo soccorso, due centri chirurgici per vittime di guerra a Kabul, Lashkar-gah e un centro chirurgico e un centro di maternità ad Anabah; in Sudan, con il centro Salam di cardiochirurgia a Khartoum, le cliniche pediatriche di Khartoum e Port Sudan e un ambulatorio cardiologico ad Atbara; in Eritrea con un ambulatorio cardiologico; in Uganda con un Centro di chirurgia pediatrica a Entebbe; in Sierra Leone, con un Centro chirurgico e pediatrico, con la Life Support nel Mar Mediterraneo e in Italia, con ambulatori e sportelli sociosanitari da Nord a Sud del Paese.
La missione di Emergency si attua anche attraverso la promozione di una cultura di pace. Ogni anno Emergency incontra circa 70 mila studenti e docenti nelle scuole di ogni ordine e grado, organizza spettacoli teatrali, mostre, documentari, eventi, campagne su tutto il territorio nazionale. Da tre anni, organizza un Festival dedicato alle idee che ispirano il suo lavoro, dall’abolizione della guerra al diritto alla salute, alle migrazioni con operatori umanitari e ospiti provenienti dal mondo della cultura e del giornalismo.
Per questo motivo Emergency è rimasta in Sudan, un Paese devastato da un conflitto che ha causato una crisi umanitaria senza precedenti, e continua a operare in Afghanistan dove, nonostante il ritiro delle truppe internazionali dal Paese, sono evidenti le conseguenze di quarant’anni di guerre ininterrotte. L’associazione ha deciso di essere presente nel Mar Mediterraneo centrale, la rotta migratoria più pericolosa al mondo, e garantire il diritto alla vita attraverso le operazioni di ricerca e soccorso della sua nave Life Support. In Italia lavora nei suoi ambulatori fissi e mobili, garantendo gratuitamente prestazioni di medicina di base, infermieristiche e orientamento socio- sanitario alle fasce più vulnerabili della popolazione – migranti, stranieri, poveri – a Ragusa, Polistena, Napoli, Castel Volurno, Sassari, Milano, Brescia e Marghera.
Per festeggiare l’impegno umanitario di Emergency, domenica 19 maggio nella sede dell’associazione, in via Santa Croce 19, a Milano, è stata organizzata una giornata ricca di eventi, rivolti a adulti e bambini. Partendo dal lavoro dell’associazione si discuterà sul valore delle parole che hanno guidato i suoi trent’anni di attività in Italia e nel mondo. Cura, guerra, neutralità, utopia, bellezza, uguaglianza, scelta, persone, cultura e diritti sono i dieci termini che sono stati scelti e che rispecchiano la costruzione di idee e pratiche per costruire un futuro migliore possibile. Parole illustrate da Testi Manifesti e che saranno al centro anche del talk “Con parole nostre” insieme alla sociolinguista Vera Gheno e allo staff di Emergency. Inoltre, in esclusiva per i trent’anni dell’ONG si terrà la lettura teatrale del monologo “Roberto Baggio”, scritto e interpretato dal drammaturgo Davide Enia, in collaborazione con Il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. Il testo cerca di mettere ordine nel caos del presente minacciato dalla guerra, per trovare un approdo alla deriva mentre il mondo sembra andare in fiamme.
Il racconto continuerà dal 6 all’8 settembre 2024 a Reggio Emilia nella quarta edizione del Festival dell’ONG dedicato a “Le persone”, con tre giorni di incontri, spettacoli, mostre e dibattiti a cui parteciperanno giornalisti, artisti e scrittori.