sabato 23 Novembre 2024

Festival Orlando: identità, relazioni, possibilità

Bergamo – Undicesima edizione per il Festival ORLANDO promosso dall’Associazione Culturale Immaginare Orlando e Laboratorio 80. Dieci giorni di performance, incontri, danza e cinema per la prima volta con la nuova direzione artistica della coreografa Elisabetta Consonni.

ORLANDO entra nella nuova decade riconfermando il suo posizionamento nel contesto sociale e culturale di Bergamo, ma pensando a traiettorie e sviluppi che portano lontano, in relazione con il contesto nazionale e internazionale.

Creare connessioni con chi o cosa ancora non si conosce – dichiara Elisabetta Consonni, la nuova Direttrice artistica del Festival – è la promessa con cui affrontiamo la nuova edizione. Abbiamo pensato al Festival come punto di osservazione privilegiato da cui intercettare con attenzione le forme di pluralità e interdipendenza che già esistono.

In questi dieci anni di mandato abbiamo avuto modo di osservare quanto il Festival ORLANDO sia cresciuto, in capacità gestionale, vivacità e articolazione della proposta, ampliamento di pubblico e approfondimento delle relazioni con partner culturali a livello locale, ma anche nazionale e internazionale. Una crescita continua, che ha permesso all’associazione di strutturarsi sempre di più, creando nuovi posti di lavoro e attirando verso di sé persone giovani, ora attivamente ingaggiate nella programmazione.

ORLANDO si è inoltre particolarmente distinto nel dialogo con l’Amministrazione Comunale, grazie a una puntuale restituzione delle sue attività sia in fase di programmazione sia in fase di valutazione finale, mettendoci sempre nella condizione di apprezzare, nella sua complessità, il suo articolato lavoro.

L’Assessorato alla Cultura, intuendone fin dall’inizio le potenzialità di crescita, e apprezzando l’impegno nell’affrontare tematiche così importanti e necessarie nella società contemporanea, ha da sempre sostenuto il Festival, attraverso una intesa culturale triennale che, costantemente rinnovata negli anni, assicurasse risorse economiche e spazi a una associazione così valida. Nadia Ghisalberti, Assessora alla Cultura del Comune di Bergamo

ORLANDO torna ad animare la città con la sua programmazione sempre nuova e di grande interesse. La qualità della proposta artistica si mescola sapientemente anche in questa edizione con quella culturale riferendomi, con questa parola, ai significati più liberi, anticonformisti, inclusivi, sperimentali che possa comprendere.

Il Festival porta a Bergamo una visione ampia e ben precisa del mondo che ci circonda consegnando a tutti noi l’opportunità di leggerne e comprenderne la complessità con profondità e leggerezza.

Il Festival bergamasco propone un palinsesto che si sviluppa nell’arco di dieci giorni, coinvolgendo molti luoghi e partner della vita culturale e sociale della città, presentando numerosissime proposte, destinate a pubblici differenti.
ORLANDO inaugura venerdì 3 maggio presso la Sala dell’Orologio nel Palazzo della Libertà con un aperitivo di benvenuto accompagnato da Chthulucene. L’umana parentela, concerto di improvvisazione del collettivo T¥RSO, di Luca Barachetti e Alexandra Lagorio. Un landscape sonoro da cui emergono le parole di Donna Haraway, introducendo il tema delle infinite connessioni e possibilità di relazioni.

A seguire, sempre il 3 maggio, presso l’Auditorium, ritorna a ORLANDO a apre il Festival, Diana Anselmo con Je Vous Aime – una performance per gli udenti, una lecture-performance multimediale di storytelling, slide, videotestimonianze in Lingua Italiana dei Segni (LIS) e Visual Sign (forma poetica delle lingue dei segni).

Cuore pulsante del Festival sarà Un’Anagrafe Fantastica, un’istituzione fantastica, con uffici frutto di immaginazione, a cui sarà possibile partecipare nei due weekend del Festival.
Creata dal team di ORLANDO, è un’operazione artistica che riflette sull’autodeterminazione piuttosto che sull’identità, sulle appartenenze plurali e sulla possibilità di creare reti affettive non normative.

Per riflettere, tra le altre cose, su quali sistemi di relazioni vorremmo vedere riconosciuti, oltre a quelli biologici e ufficiali? Ogni giorno sono organizzati incontri e confronti su temi diversi come la libertà di autodeterminazione, le famiglie per scelta e il diritto di abitare. Il programma dettagliato degli incontri sarà presentato sul sito orlandofestival.it. A ingresso libero in Piazza della Libertà (4, 5, 11 e 12 maggio).

Relazioni familiari o affettive vengono spesso brutalmente troncate da percorsi di migrazioni come racconta, As Far as my fingertips get me di Tania El Koury attraverso la storia del performer e artista Basel Zaraa. Ispirato al viaggio compiuto dalle sorelle di Zaraa da Damasco alla Svezia, l’incontro intimo, pensato per essere fruito da una persona per volta, invita a riflettere sul grado di empatia che si prova verso chi ha avuto esperienze diasporiche. Le performance, della durata di 15 minuti circa, avverranno dall’8 al 12 maggio presso la Polveriera Superiore di San Marco. Lo spettacolo si svolge in collaborazione con IFF – Integrazione Film Festival.

And everything is porous as a bodily crack (E tutto è poroso come una crepa del corpo) offre uno sguardo innovativo e fictional sulle malattie croniche, il 9 maggio presso la Sala dell’Orologio. Utilizzando una narrazione fantascientifica, Alice Giuliani e Camilla Strandhagen creano una dimensione utopica dove la malattia cronica non è più un’ombra invisibile, ma una creatura tangibile.

Sorellanze e altre forme di genitorialità sono connessioni parentali che già esistono nel mondo e che il Festival osserva, attraverso la proposta di due performance: Kin del Collettivo Amigdala e Daughters di Teodora Grano.

Kin del Collettivo Amigdala è una performance in forma di assemblea, costruita attorno a una domanda: come resistono insieme le donne oggi? In questo incontro, dieci donne sperimentano una possibilità di presa di parola, con il canto e la voce, creando una performance in cui nulla è deciso a priori (10 maggio, Sala dell’Orologio). Daughters è uno spettacolo di danza della coreografa e danzatrice Teodora Grano che, partendo da uno spunto autobiografico, affronta il tema della genitorialità non biologica. Per riflettere su quelle forme di relazioni di cui mancano ancora le definizioni, l’11 e 12 maggio, Padiglione del Tè di Parco Caprotti, con performance ogni 30 minuti.

Autodeterminazione e altri modelli di maschile sono traiettorie necessarie per superare le relazioni di dominanza tra i generi. Giacomo AG con Anticorpo ci accompagnerà nel comprendere possibili trasformazioni che sovvertono le gerarchie tra generi (7 maggio, Sala dell’Orologio).

E Drag Queen Story Time con Zia Muffin, di e con Daniele Pennati, porterà bambine e bambini dai 3 ai 10 anni a scoprire mondi meravigliosi in cui tutto è possibile, per prevenire gli stereotipi di genere e il bullismo ed educare alle diversità (sabato 11 maggio, Donizetti Studio).

La sera dell’11 maggio (Auditorium di Piazza Libertà) l’artista bulgaro Ivo Dimchev, tra i nomi più incisivi della scena performativa queer, affascinerà il pubblico con un intervento che fa esplodere i generi estetici. Ivo Dimchev – Top Faves è un’azione a metà tra concerto, performance, stand-up comedy, quiz show e poesia assurda. A seguire presso INK Club ci sarà la festa di chiusura di questa undicesima edizione BOLLICINƏ ORLANDO. Festival Closing Party serata ispirata alla cultura Ballroom, nata nelle comunità LGBTQIA+ e POC (people of color) a New York negli anni ‘70.

Generare relazioni è una pratica che non si risolve nel solo evento del Festival ma necessita di una dialogo costante con il territorio e con l’intercettazione di realtà sempre nuove. Nasce così la cura verso processi di formazione che avvengono durante tutto l’anno e che trovano nel Festival un momento di emersione e di incontro con un pubblico: è il caso del lavoro Tender is the Night presentato dal gruppo di adolescenti Sguardi di un certo genere assieme al gruppo Over60 e dell’incontro col gruppo di Dance Well di Bergamo con la coreografa Masako Matsushita che presenterà al Festival Cocoon, esito di un percorso dei mesi precedenti con i Dance Well dancers.

La programmazione cinematografica anticipa l’inizio del Festival con la rassegna di Orizzonti Queer apertasi con un evento speciale di anteprima del Festival con la proiezione di Orlando, ma biographie politique, film d’esordio del filosofo Paul B. Preciado, per continuare con altri due film: Le Paradis (The Lost Boys) di Zeno Graton (17 aprile) e Housekeeping for Beginners (8 maggio) di Goran Stolevski in cui, nell’ultimo in particolare, viene ribadito, come dichiarato dal regista, che “le queer family non sono il futuro, sono il presente!”.

Giunge al quinto anno la rassegna Orlando Shorts, curata da un gruppo di under 25, che racconta storie di quotidianità di singole persone e rappresentazioni di comunità queer. La rassegna sarà ospitata per l’occasione negli spazi del Donizetti Studio trasformato, per l’occasione, in un ambiente morbido, a libero accesso con cortometraggi proiettati in loop per le giornate del 4 e 5 maggio.

Si aggiunge poi, il 6 maggio, la visione de Le lacrime amare di Petra von Kant di Fassbinder, un film del 1972 che conserva ancora una forte attualità sia dal punto di vista estetico ma perché ancora ci interroga sulla relazione tra desiderio e potere.

Come ogni anno, il Festival non termina a maggio, ma… torna a giugno con un evento extra Festival, in collaborazione e nel programma di Danza Estate con Trespass_Tales of the Unexpected di e con Marta Olivieri uno spettacolo di danza, in cui alcune soluzioni pensate per l’accessibilità amplificano la percezione del pubblico.

Prendere atto di essere in un mondo plurale significa scongiurare un appiattimento a una presunta e inesistente normalità che vuole corpi uguali e posture abiliste. Per questo il Festival continua un percorso guidato da artist* con disabilità, un percorso per rendere ORLANDO una realtà culturale sempre più inclusivo e accessibile. Oltre ad ospitare in apertura di festival la performance di Diana Anselmo Je Vous Aime – una performance per gli udenti, per il secondo anno ORLANDO si avvale della consulenza di Elia Zeno Covolan (Al. Di. Qua. Artists) per continuare ad approfondire e a sperimentare il tema dell’accessibilità culturale. Anche quest’anno i cortometraggi di Orlando Shorts saranno presentati in versione originale con sottotitoli in italiano e sottotitoli SDH, che includono la descrizione degli elementi sonori presenti nel video per agevolare la comprensione e facilitare la visione alle persone di cultura sorda.

 

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