Parma – Si allarga la famiglia delle storiche dimore emiliane del circuito interregionale Castelli del Ducato: da marzo è entrato nella rete turistica culturale Palazzo Marchi, settecentesco luogo d’arte nel cuore di Parma in strada della Repubblica, lungo l’antica via Emilia, dove è possibile rivivere l’atmosfera della corte di Filippo e Ferdinando di Borbone.
Progettato da Giovanni Isidoro Furlani e interamente decorato a stucco Giocondo Albertolli, al suo interno, ospita la splendida collezione d’arte della famiglia Marchi tra cui spicca un San Rocco dipinto dal Parmigianino.
Antonio Marchi (1923-2003), regista cinematografico, organizzatore culturale e industriale, grande appassionato di arte e letteratura, lo acquistò nel 1859, ed è da allora proprietà della stessa famiglia che ha in dote anche il Castello di Montechiarugolo, un altro straordinario gioiello nel novero dei Castelli del Ducato.
Spiega Bianca Marchi: “Il palazzo è accessibile con visite guidate ad orari cadenzati curate da ArcheoVea Impresa Culturale: si svolgono lungo tutto il piano nobile che ospita la collezione d’arte della nostra famiglia: dipinti, tra cui una tela dipinta dal Parmigianino, mobili, sculture, servizi da tavola, incisioni e stampe che raccontano il fervente contesto culturale promosso dall’Accademia di Belle Arti di Parma.
Ogni sala è finemente decorata con gli stucchi originali settecenteschi, dove trionfano putti, elementi di ornato e un ricco foliage memore della tradizione del decorativismo francese. Inoltre, il Palazzo ha instaurato un dialogo con l’arte contemporanea che in alcuni spazi entra in contatto con elementi della collezione permanente”.
“Diamo il benvenuto a Palazzo Marchi! Tutti i luoghi d’arte del circuito Castelli del Ducato si qualificano come importanti testimoni di arte, cultura e bellezza – spiega il Presidente dei Castelli del Ducato Orazio Zanardi Landi – ogni visitatore, ogni turista che entra in uno dei nostri manieri, musei e palazzi storici, con il contributo del proprio biglietto di ingresso, ci aiuta a tenere vivi e aperte queste meraviglie”.
Oltre alle classiche visite guidate Palazzo Marchi ospita eventi, attività e laboratori didattici per scolaresche, meeting, congressi e ricevimenti per matrimoni e cerimonie.
Costruito sull’area dell’antica dogana, un tempo appartenente ai conti Da Vico, il palazzo venne edificato tra il 1770 e il 1774 per volontà del marchese Scipione Grillo, duca di Monterotondo e dell’Anguillara e Cavallerizzo Maggiore alla Corte di Parma.
Il progetto fu affidato a un allievo del Petitot, l’abate Giovanni Furlani, mentre la decorazione a stucco del piano nobile e dell’appartamento privato del duca venne eseguita da Giocondo Albertolli, tra i più abili decoratori d’interno dell’epoca. Con l’abbandono della corte ducale da parte di Grillo, il palazzo passò ai conti Langosco-Alari, quindi ai Malaspina, ai Galatino e ai Mazza-Poldi; Antonio Marchi lo acquistò nel 1859 e da allora la proprietà appartiene ai suoi discendenti.
Parmigianino (Parma 1503 – Casalmaggiore 1540) è proprio un trait d’union importante perché andare sulle tracce del genio irrequieto, uomo tormentato, nel circuito Castelli del Ducato tra Emilia e Lombardia, porterà i visitatori in un viaggio d’arte che si snoda proprio in luoghi che conservano la sua memoria: a Bardi nella Chiesa di Santa Maria Addolorata dove è custodita l’opera giovanile del Parmigianino, Sposalizio di Santa Caterina (1521), una sacra conversazione.
A Parma in centro storico si può visitare Palazzo Marchi con il San Rocco attribuito al Parmigianino e la Basilica Magistrale di Santa Maria della Steccata, con il Museo dell’Ordine Costantiniano, chiesa costruita tra il 1521 e il 1539 dove il pittore lavorò in maniera molto accurata. La Rocca Sanvitale di Fontanellato, in provincia, custodisce la straordinaria “Saletta di Diana e Atteone” affrescata dal Parmigianino nel 1523.
Tappa finale alla scoperta dell’ultimo rifugio del Parmigianino, il Santuario della Beata Vergine della Fontana a Casalmaggiore, dove – nella seconda cappella della navata sinistra – è visibile la stele funeraria del pittore morto in questa cittadina nel 1540. Il santuario si trova fuori dal centro abitato, lungo la strada che porta a Sabbioneta: il luogo di fede fu costruito sul segno di una fonte miracolosa.