Brescia. Un’esposizione originale realizzata dal Museo di Scienze Naturali “E. Caffi” di Bergamo, “Il veleno dopo lo sparo” trova oggi al Museo di Scienze Naturali di Brescia uno spazio ulteriore di apertura e di approfondimento.
Nel percorso sono esposti campioni provenienti non solo da prestigiose collezioni museali ma anche reperti unici, raccolti direttamente sul campo nel corso di pluriennali ricerche scientifiche e inerenti al pericolo del “saturnismo” negli uccelli acquatici, nei rapaci e nei grandi avvoltoi europei a rischio di estinzione. (Il nome deriva da Saturno, il dio romano associato dagli alchimisti al metallo)
A complemento di quanto esposto nel percorso è disponibile una selezione di video particolarmente d’impatto riguardanti gli effetti nocivi dell’ingestione da piombo cui sono sottoposti gli uccelli selvatici.
Il piombo viene ancora ampiamente utilizzato nella produzione di munizioni, comprese quelle da caccia, nonostante sia stato vietato da anni per la sua tossicità da quasi tutti i settori che producono benzine, vernici, prodotti tipografici, giochi per l’infanzia, ceramiche, ecc..
Nell’Unione Europea, annualmente, vengono disperse nell’ambiente circa 14.000 tonnellate di piombo attraverso l’attività venatoria. Il piombo si disperde restando per decenni nell’ambiente dove gli uccelli possono così accidentalmente raccoglierlo e ingerirlo. L’European Chemical Agency (ECHA) stima che, ogni anno, almeno 2.300.000 uccelli muoiano per intossicazione da piombo in Europa.
Il 15 febbraio 2023, dopo molteplici trattative e un complesso iter di approvazione, è entrato in vigore il Regolamento 2021\57 dell’Unione Europea che vieta l’utilizzo e la detenzione di “munizioni al piombo” per la caccia e il tiro sportivo a meno di 100 metri da tutte le aree umide del continente, riconoscendo ufficialmente la tossicità del piombo per avifauna, ambienti naturali e salute umana.
“Il veleno dopo lo sparo. L’avvelenamento da piombo negli uccelli selvatici” è una mostra realizzata e promossa dal Comune di Bergamo con il Museo Civico di Scienze Naturali “E. Caffi”, in collaborazione con il Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia. Il progetto espositivo si è sviluppato anche grazie al patrocinio di Gruppo Ricerche Avifauna di Brescia – GRA, Centro Studi Naturalistici Bresciani – CSNB, Centro Italiano Studi Ornitologici – CISO, Vulture Conservation Foundation – VCF, Società Italiana di Scienze Naturali – SISN, Club Alpino Italiano, Comitato Scientifico Lombardia – CAI CSL, Centro Recupero Animali Selvatici – C.R.A.S. WWF di Valpredina (BG), Centro Faunistico Parco Adamello – Centro Recupero Animali Selvatici di Paspardo (BS) e Gruppo Ornitologico Bergamasco – GOB.