venerdì 20 Settembre 2024

L’antica Fiera dei Morti in terra mantovana

Asola, Mantova. Alle celebrazioni solenni per le giornate dei defunti, la comunità di Asola unisce il sacro e il profano con la “Fiera di Morti”, mercato, esposizioni, eventi, cibo e persino luna park. Uno spirito singolare ma che affonda in antiche tradizioni, anima gli asolani è di ricordare in modo gioioso i propri parenti.

La celebrazione e il ricordo dei defunti, non sempre avviene in modo solenne e serio, ma, come accade ad Asola dal 27 ottobre al 2 novembre, viene addirittura celebrato con mercati, feste ed eventi. L’abbinamento, almeno in Italia, è abbastanza singolare, tuttavia lo spirito che anima gli asolani è di ricordare in modo gioioso i propri parenti. Oltre alle celebrazioni sacre, previste nelle giornate della festa nel centro di Asola si svolge un gran mercato ricco di prodotti tipici e di artigianato locale. Per le strade affollate è possibile essere accompagnati in degustazioni di vini e sapori mantovani e trascorre una giornata un po’ malinconica in un modo davvero diverso.

Le origini di questa singolare festa sembrano risalire al 1192, quando il Vicario Imperiale, certo “Ortobello”, avrebbe concesso ad Asola di tenere un “mercato di vettovaglie” proprio nei primi giorni del mese di novembre.

Una festa unica in grado di unire sacro e profano come nessun’altra festa in provincia di Mantova. L’area del Luna Park, le bancarelle del centro storico e lo spazio Street Food dove gourmet e design on the road convivranno su camioncini e gazebi allestiti come vere e proprie cucine itineranti saranno la cornice all’edizione di quest’anno, dopo gli anni del covid, per una ritrovata socialità.

Nel lungo programma affollato di eventi, tra il sacro e il profano, c’è posto anche per la storia, domenica 30 ottobre al Museo civico “G. Bellini”, ore 15.45 il convegno Asola in età moderna, tra Venezia e Brescia a cura di Daniele Montanari, la rassegna dedicata alla stampa del Codice Gavarino. Compilato per difendere a Venezia le ragioni asolane di separazione fiscale da Brescia, il Codice Gavarino diventa la più importante testimonianza delle prerogative comunali di Asola come Podestaria maggiore della Terraferma veneta rispetto all’autorità del Comune di Brescia.

Una sorta, insomma, di “base documentaria ufficiale” che fonda il principio dell’identità comunitaria asolana in epoca moderna, ovvero, il “nulli subdita”, il non essere sottoposta ad alcuno “se non al dominio di Venezia” che le deriva dalla sua condizione di fortezza di confine militarmente strategica. Segno tangibile di questa autonomia è la lapide nera riportata in cima al portone di ingresso della Sala Consiliare del Palazzo comunale costruita nel 1915 negli spazi dell’ex teatro comunale dismesso: in essa è incisa l’affermazione piena e consapevole dell’identità civica asolana, ovvero, del suo modo di essere “quasi città” da difendere strenuamente nel turbine degli eventi e del gioco politico di più vasta portata che ha caratterizzato il territorio asolano nei secoli del dominio veneto, dal 1440 all’arrivo di Napoleone nel 1797.

Il programma dell’edizione CLICCA QUI

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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