Brescia. Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto, tra i più importanti esponenti del tardo barocco italiano, era soprannominato il “Pitocchetto” perché sulle tele dipingeva i poveri, i reietti, i vagabondi, i contadini, i pitocchi appunto.
Poveri ma belli: il nuovo corso di storia dell’arte della Fondazione Brescia Musei apre la stagione dedicata a Giacomo Ceruti. Specialisti e studiosi per ricomporre la poliedrica figura dell’artista e gli esiti delle ricerche più recenti, proponendo nuovi punti di vista su uno dei grandi protagonisti del Settecento europeo.
“Poveri ma belli” quest’anno dedicato eccezionalmente a uno degli eventi espositivi che caratterizzerà la programmazione culturale della Fondazione in occasione dell’importante appuntamento di Bergamo-Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023: il grande progetto Stracci e seta. Giacomo Ceruti nell’Europa del Settecento, che dal 14 febbraio al 28 maggio 2023, sarà protagonista della primavera cittadina. 15 delle famose tele dell’artista adornarono per più di un secolo le sale del castello di Padernello, nella Bassa Bresciana, conosciute come il “ciclo di Padernello”.
A trentasei anni dalla mostra che Brescia aveva dedicato a Giacomo Ceruti nel 1987, Fondazione Brescia Musei propone un programma che intende mettere in luce da un lato il radicamento di Ceruti entro l’avventura della “pittura della realtà” in Lombardia, avviatasi tra Bergamo e Brescia nel pieno Cinquecento, dall’altro il respiro internazionale del suo percorso, in grado di intercettare istanze sovraregionali.
Dopo la celebrata presenza di due capolavori cerutiani della Pinacoteca Tosio Martinengo nelle sale dell’Ermitage di San Pietroburgo (inverno 2021) e in vista della tappa americana a Los Angeles presso il Getty Museum (estate 2023), il corso apre così la stagione dedicata a Giacomo Ceruti.
Specialisti e studiosi interverranno, in incontri talvolta condotti a due voci, per ricomporre come in un mosaico, la poliedrica figura dell’artista e gli esiti delle ricerche più recenti, proponendo nuovi punti di vista su uno dei grandi protagonisti del Settecento europeo.
Il corso si svolgerà fra ottobre e dicembre, alle ore 18.00 presso l’Auditorium del Museo di Santa Giulia.
Il primo appuntamento, mercoledì 26 ottobre vedrà protagonisti Roberta D’Adda, coordinatore Settore Collezioni e Ricerca di Fondazione Brescia Musei e Francesco Ceretti, PhD student presso l’Università degli Studi di Udine, per un approfondimento sul percorso di riscoperta del pittore bresciano, all’inizio del Novecento, soffermandosi sulle sue opere più significative, in un crescendo progressivo che ha tra i suoi protagonisti Roberto Longhi, Mina Gregori e Giovanni Testori.
Il 3 novembre interverrà Francesco Frangi, professore di Storia dell’arte moderna, presso l’Università degli Studi di Pavia, che terrà un incontro volto a ragionare sulle autentiche ragioni della grandezza e della singolarità dell’artista lombardo ed in particolare se le rappresentazioni dei ceti umili realizzate da Giacomo Ceruti siano da considerarsi pittura di genere o pittura della realtà. A seguire, Enrico Valseriati, PhD Fellow presso l’Istituto storico italo-germanico in Trento approfondirà alcuni aspetti delle committenze cerutiane in relazione all’endemica povertà di alcuni quartieri di Brescia.
Giovedì 10 novembre Alessandro Morandotti, docente di Storia dell’arte moderna, Università degli Studi di Torino affronterà gli anni maturi di Ceruti, seguendone la svolta stilistica e iconografica, mentre Margherita Rosina, docente di Storia del tessuto, presso l’Università Statale di Milano racconterà come quanto egli, nonostante sia principalmente noto per i dipinti raffiguranti gente del popolo in lacere vesti, abbia anche lasciato una notevole quantità di ritratti di suoi contemporanei vestiti con preziosi capi di abbigliamento dagli splendidi tessuti.
Il 21 novembre Francesco Ceretti indagherà un aspetto particolare relativo alla poetica di Giacomo Ceruti, relativo all’utilizzo delle incisioni come modello per i suoi dipinti, aspetto determinante per comprendere fino a che punto si spinge l’inscindibile rapporto tra pittura e realtà nella produzione cerutiana.
Protagonista dell’incontro del 24 novembre sarà lo scrittore e performer Luca Scarlini, che narrerà l’avventura di Ceruti, artista che ha saputo guardare l’altro lato del reale, dedicando la sua arte al racconto degli aspetti meno ovvi della realtà.
Chiuderà il corso, giovedì 1 dicembre Valerio Terraroli, Professore ordinario di Storia della critica d’arte e di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Verona, con una lezione su Arte e socialità, un incontro per affrontare i temi della povertà e del lavoro nell’arte tra fine Ottocento e Novecento.