Brescia. “Quando un sogno ha una data, diventa un progetto”, usava dire un visionario come Walt Disney, e queste parole si possono riprendere per introdurre i trenta progetti selezionati attraverso un Concorso di Idee promosso tra le sue aziende associate da Confindustria Brescia ora esposti alla Fabbrica del Futuro, al Parco dell’Acqua sino al 23 dicembre. Progetti di sostenibilità, cultura d’impresa, innovazione e ricerca, impresa e territorio, welfare. è una moderna idea di impresa che si apre al suo territorio e alla comunità che lo abita.
La Fabbrica del Futuro, iniziativa di Confindustria Brescia per “Bergamo Brescia Capitale Italiana delle Cultura 2023”, è un progetto originale che aggrega risorse diffuse in un’unica, speciale realizzazione.
Il mondo del fare bresciano, terra di aziende creative antiche e moderne, di eccellenze manifatturiere attive in tutto il mondo, partecipa alla progettazione di un luogo completamente nuovo, nel Parco dell’Acqua a Brescia, al cui interno vengono raccontate, mostrate, presentate trenta “storie di impresa”: l’impresa come azienda e l’impresa come intrapresa, percorso, viaggio tra un’idea e la sua trasformazione in realtà.
Una impresa contemporanea, “a responsabilità illimitata”, fondamentale nel costruire la società e le relazioni positive tra le persone.
Dentro uno spazio mai visto prima, totalmente sostenibile, le aziende bresciane si raccontano con i linguaggi del nostro tempo utilizzati consapevolmente e in tutto il loro spettro: il metaverso, l’intelligenza artificiale, i totem video e interattivi, le immagini e gli oggetti, che, con simbologie e suggestioni libere, anche curiose, ispirano la visita, alla scoperta di trenta imprese e delle loro visioni, dei loro progetti per il futuro: il 2023 e oltre.
Un obiettivo sempre centrale: raccontare, condividere questi patrimoni e questi progetti con un pubblico il più ampio possibile. Comunicare, cioè mettere in comune, con tutti.
La metafora della trasparenza, infatti, cioè della comunicazione limpida e luminosa, ispira questa architettura/scultura, scrigno e fonte di luce, che non per caso contiene anche tre creature vegetali: per esprimere al meglio una nuova “bio-impresa”, o più semplicemente un’impresa umana, che va ad arricchire e innervare di contenuti questo speciale anno bresciano.