Villa Bartolomea, Verona. Il dialetto è carta d’identità che riassume le radici e il bagaglio culturale del territorio, una parlata che diviene scrigno che conserva tradizione, storia, costumi, valori. Se il dialetto approda nella poesia diviene espressione di un mondo vivo, autentico e immediato, un intimo racconto del quotidiano.
Angiolo Poli, poeta contadino, ha plasmato le sue personali liriche raccontando la sua terra, quella di Villa Bartolomea. Poli scrisse poesie in dialetto veronese sulla campagna, la vita contadina della sua terra natia e la valle che la circondava.
Il poeta contadino Angiolo Poli lasciò la sua terra nel 1941, senza sentire l’esigenza di voler pubblicare le sue poesie, che scriveva per sé. Solo nel un gruppo di amici lo convinse tuttavia a pubblicare un fascicolo con una ventina di componimenti intitolato “Tera e Vilani”.
… Eviva tuti quuei che ga passion e che se gode de ruspar la tera. Viva i vilani che no ga paron! (da Tera e Vilani di Angiolo Poli)
Da ben 31 anni è indetto il Concorso Regionale di poesia in dialetto veneto Angiolo Poli, a cui ogni anno partecipano un folto numero di poeti che scrivono e compongono i loro versi in lingua dialettale veneta.
La Pro Loco di Villa Bartolomea è lieta di annunciare la Cerimonia di premiazione del Concorso Regionale di poesia dialettale “Angiolo Poli”, giunto alla sua 31ª edizione, domenica 19 novembre alle ore 15,30, presso il teatro sociale di Villa Bartolomea. La manifestazione sarà accompagnata dalle musiciste Agnese Micheletto al violino e Alessandra Bicego al pianoforte, che eseguiranno brani presi dalle colonne sonore di celebri film.
La giornata di premiazione ha il sostegno di Cassa Padana BCC.