Negrar, Verona – I migliori ginecologi e specialisti esperti di endometriosi si sono incontrati a Negrar di Valpolicella per il corso di formazione avanzato sul “trattamento integrato medico chirurgico dell’endometriosi profonda in un centro di riferimento” dedicato a medici provenienti da tutta Italia.
La formazione è la chiave per trattare e curare l’endometriosi, malattia cronica e ancora difficile da diagnosticare che colpisce il 10% della popolazione femminile.
Accorciare la diagnosi, il cui ritardo oggi varia dai 5 agli 8 anni, significa restituire una buona qualità della vita alle donne con terapie mirate.
Di qui, il corso formativo gratuito organizzato dall’A.P.E. Associazione Progetto Endometriosi, da oltre 18 anni in prima linea grazie all’impegno di pazienti volontarie che conoscono bene la patologia, in collaborazione con l’ISSA International School of Surgical Anatomy all’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella.
Durante le due giornate, sono stati affrontati tutti gli aspetti legati all’endometriosi, attraverso sessioni teoriche sulle terapie ed interventi chirurgici eseguiti in diretta. Il corso, coordinato da Marcello Ceccaroni, direttore del Dipartimento per la tutela della salute e della qualità di vita della donna dell’U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia e presidente della ISSA all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, è stato realizzato grazie ai fondi del 5X1000 donati all’A.P.E.
«Ad oggi, il ritardo diagnostico della malattia provoca una serie di effetti “domino” sulla società, sulla salute psicofisica delle donne e sulla loro fertilità, ma anche sui medici stessi – ha spiegato Marcello Ceccaroni -. La causa di questo drammatico ritardo può essere data da motivi culturali, dalla mancata conoscenza e divulgazione tra i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, la famiglia stessa e anche le scuole, ma sicuramente anche noi specialisti abbiamo una grande fetta di responsabilità».
Di qui l’importanza per i medici e i sanitari di partecipare al corso formativo avanzato, considerando che l’endometriosi si presenta con estrema varietà, ogni caso è diverso dall’altro, e in differenti parti del corpo. Un’attenta valutazione medica, con visita, ecografia ed eventuali esami aggiuntivi, permette di riconoscerla meglio e di individuare l’approccio terapeutico più indicato in base alle caratteristiche della patologia e alle esigenze della paziente.
«L’obiettivo del corso – ha aggiunto Ceccaroni – è la diagnosi più precoce possibile, allo scopo di adattare un trattamento medico integrato e multidisciplinare precoce alla paziente, per ridurre, in futuro, il numero di chirurgie complesse e multi-viscerali che, purtroppo, vengono trattate quotidianamente». Evitare la chirurgia e trattare l’endometriosi con altre terapie mediche è il fine auspicato per curare la malattia e migliorare la qualità della vita delle donne che ne soffrono.
L’endometriosi può annidarsi anche in siti poco comuni. Generalmente colpisce la zona pelvica, interessando l’apparato genitale, ma può coinvolgere anche la vescica e il colon ed avere localizzazioni meno frequenti, come il torace, e sedi atipiche come il piccolo intestino e il diaframma, come spiegato dal ginecologo Giovanni Roviglione, dirigente medico dell’Unità di Ginecologia Oncologica e Chirurgia Pelvica Mini-Invasiva dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, il quale ha approfondito come trattare l’endometriosi in luoghi insoliti.
Nelle due giornate, in cui i medici provenienti da tutta Italia hanno potuto assistere a sessioni di chirurgia in diretta, non sono mancate tematiche trasversali alla patologia, come le riflessioni sull’etica e la professionalità dei medici nel mondo dei social media, argomento trattato da Riccardo Pirrone, conosciuto come il social media manager di Taffo, il quale ha evidenziato come il crescente trend di medici e infermieri che condividono consigli, informazioni su patologie e problemi di salute sui social media, da TikTok a Instagram, sta rapidamente guadagnando popolarità, e come riconoscere le corrette informazioni sull’endometriosi sul web.
«Oltre 140 ginecologi, 20 medici radiologi e 80 psicologi e psicoterapeuti si sono formati sull’endometriosi grazie ai corsi formativi organizzati dall’A.P.E. – ha sottolineato Jessica Fiorini, vicepresidente dell’A.P.E. -. Questo significa che molte pazienti potranno ricevere una diagnosi più tempestiva e trovare il percorso di cura più idoneo alla loro patologia. Con le volontarie della nostra associazione, donne che conoscono sulla propria pelle l’endometriosi, abbiamo valutato esigenze e necessità. Sappiamo che l’endometriosi ha bisogno un approccio terapeutico multidisciplinare e personalizzato, e che è bene ottenere cure da diverse figure mediche in forma integrata».
Cos’è l’endometriosi? L’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica che colpisce in Italia circa il 10% della popolazione femminile in età fertile, anche se i dati sono estremamente parziali e probabilmente sottostimati.
I sintomi più diffusi sono: forti dolori mestruali ed in concomitanza dell’ovulazione, cistiti ricorrenti, irregolarità intestinale, pesantezza al basso ventre, dolori ai rapporti sessuali, infertilità nel 35% dei casi. Per una malattia di cui non si conoscono ancora le cause, per la quale non esistono cure definitive né percorsi medici di prevenzione, per limitare i danni che l’endometriosi provoca, è fondamentale fare informazione per creare consapevolezza!