martedì 26 Novembre 2024

Nella capitale della cultura, il Festival della Pace

Brescia. Una molteplicità di voci e di linguaggi, per sviluppare una riflessione a tutto tondo intorno al tema della Pace.

Oggi più che mai, in questa fase storica così complessa che ha visto anche nella nostra città un confronto acceso sugli eventi drammatici di cronaca quotidiana, è importante stimolare l’attenzione, invitare alla partecipazione attiva e operare per un coinvolgimento diffuso per la costruzione di una cultura di pace. Che poggia su un elemento ineludibile: i diritti.

E’ questo l’obiettivo di questa sesta edizione del Festival della Pace.

Inaugurazione il 10 novembre alle ore 18 nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia, con l’accoglienza del pubblico a partire dalle ore 17, con un momento artistico in collaborazione con il Centro Teatrale Bresciano.

Nel corso della cerimonia, sono previsti gli interventi della sindaca di Brescia Laura Castelletti, del Presidente della Provincia Emanuele Moraschini e del Presidente del Consiglio Comunale Roberto Rossini, e la presenza istituzionale dei sindaci della Provincia aderenti al coordinamento degli enti locali per la pace e la cooperazione internazionale.

Pace e diritti, focus di questa edizione, che si concentra in particolare sulle donne e sui diritti spesso loro negati, saranno al centro della serata con la lectio magistralis di Laura Boella, che ripercorrerà le radici del pensiero sulla pace di donne filosofe come Simone Weil e Hannah Arendt, e con la testimonianza del vescovo di Gibuti monsignor Giorgio Bertin, che nel suo episcopato promuove con forza azioni umanitarie a favore dei più poveri, soprattutto in ambito di salute e istruzione.

A una donna andrà il Premio Brescia per la Pace 2023: un riconoscimento alla memoria di Victoria Amelina, poetessa, scrittrice, saggista e attivista per i diritti umani, deceduta il 1° luglio a seguito del bombardamento missilistico russo nel ristorante di Kramatorsk. Il premio per il suo impegno nel documentare i crimini di guerra russi in Ucraina sarà consegnato a Yaryna Grusha, giornalista e docente di lingua e letteratura Ucraina all’Università di Milano, dalla presidente del Coordinamento degli enti locali per la pace e la cooperazione internazionale Camilla Bianchi.

La giornata inaugurale si concluderà al Teatro San Carlino, dove alle 21 è attesa Farian Sabahi, giornalista e autrice di Noi donne di Teheran, per un approfondimento sulla condizione femminile in Medio Oriente. L’evento è a cura di Umanità Migrante rassegna d’arte e cultura costituita dai Progetti SAI e da numerose realtà associative della città di Brescia.

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Sabato 11 sarà aperta la mostra Finché non saremo libere allestita nel Museo di Santa Giulia e promossa da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei in collaborazione con Fondazione Genesi, che si propone di approfondire la tematica di grande attualità della condizione femminile nel mondo, con un particolare focus sull’Iran. Curata da Ilaria Bernardi, costituisce il quarto atto della ricerca intrapresa da Fondazione Brescia Musei nel contesto del Festival della Pace e si inserisce nella seconda edizione di Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani. La prima sezione propone un nucleo di opere d’arte di artiste contemporanee provenienti da tutto il mondo che riflettono su temi culturali, ambientali, sociali e politici urgenti, complessi e spesso drammatici, tra le quali le iraniane Shirin Neshat e Soudeh Davoud. Si fornisce così il contesto internazionale che rende possibile leggere nella sua pienezza lo specifico sguardo delle artiste iraniane alle quali è dedicata la mostra. Continuando l’approfondimento sull’Iran, la seconda e terza sezione costituiscono un omaggio a Sonia Balassanian (b. 1942) e Farideh Lashai (1944 – 2013), artiste iraniane tra le più apprezzate a livello internazionale e per la prima volta esposte con una personale in Italia.
La mostra si avvale del contributo di Zoya Shokoohi, in residenza a Brescia in occasione del progetto, che domenica 12 novembre sarà protagonista di una performance in mostra, Stolen Breath. L’appuntamento fa parte di una serie di eventi che, come negli anni precedenti, accompagnano l’esposizione di Fondazione Brescia Musei inserita nel programma del Festival della Pace: sono infatti previsti incontri, visite in mostra con la curatrice, proiezioni a tema e attività per le scuole e per il pubblico.
L ‘ingresso alla mostra, che rimarrà aperta fino al 28 gennaio, sarà gratuito per tutta la durata del Festival della Pace.

Un fitto calendario di appuntamenti in vari luoghi, con convegni e tavole rotonde, presentazioni di libri, mostre e laboratori, spettacoli e concerti che animeranno le giornate del Festival, si protrarrà fino al 25 novembre.

Un programma intenso e articolato reso possibile grazie alla partecipazione di numerose associazioni, una rete sempre più ampia e diffusa che con continuità opera riunita sotto l’egida del Cantiere Internazionale per il Bene e la Pace dell’Umanità, che insieme al Comune di Brescia e alla Provincia di Brescia raccoglie molte e diverse realtà, dalle università alle fondazioni agli enti territoriali.

A contrastare il pensiero che vuole sia preparare la guerra la premessa per avere la pace, un pensiero purtroppo ancora diffuso, basato sullo squilibrio di potere e l’uso di armi che minacciano la convivenza pacifica e le relazioni tra gli esseri umani portando a una catena di sangue e odio, il Festival oppone il pensiero Si vis pacem para pacem: la pace va preparata, costruita e coltivata ogni giorno, da tutti.

Il Festival della Pace, inserito nel palinsesto di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, è sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo e si avvale del patrocinio di Amnesty International Italia. La manifestazione è realizzata in collaborazione con Fondazione Brescia Musei, con la collaborazione e il sostegno di Fondazione Asm, di Fondazione della Comunità Bresciana e di Fondazione Giuseppe Tovini e con il contributo di Brescia Centrale del Latte e del Gruppo Brescia Mobilità.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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