Palazzo Reale a Milano accoglie al Piano Nobile la mostra Morandi 1890-1964 ideata e curata da Maria Cristina Bandera.
Per estensione e qualità delle opere, è tra le più importanti e complete retrospettive sul pittore realizzate negli ultimi decenni, in continuità con il consolidato apprezzamento della sua opera in prestigiose sedi internazionali, dal Metropolitan Museum di New York (2008), al Pushkin di Mosca (2017), al Guggenheim di Bilbao (2019).

A distanza di più di trent’anni dall’ultima rassegna milanese, la mostra celebra il rapporto elettivo tra la città e il pittore bolognese, uno dei protagonisti della pittura italiana del Novecento, considerato tra i maggiori incisori mondiali del secolo scorso.
Erano infatti lombardi o vivevano a Milano i primi grandi collezionisti di Morandi come Vitali, Feroldi, Scheiwiller, Valdameri, De Angeli, Jesi, Jucker, Boschi Di Stefano, Vismara – parte delle cui raccolte furono donate alla città, e milanese era la Galleria del Milione, con la quale il pittore intrattenne un rapporto privilegiato.
Un corpus espositivo di circa 120 opere ripercorre l’intera opera dell’artista, cinquant’anni di attività, dal 1913 al 1963 – attraverso prestiti eccezionali da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private.

La mostra apre con il 1913 e i capolavori d’avanguardia, una personale assimilazione della nuova spazialità cubista lungo la traiettoria Giotto-Cézanne e si conclude nel 1963, con una pittura rarefatta e portata all’estremo della verosimiglianza formale, sintesi di uno scavo cinquantennale nella realtà secondo il celebre postulato morandiano: “ritengo che non vi sia nulla di più surreale, nulla di più astratto del reale”. L’intera esperienza morandiana si muove tra questi due poli: un confronto precoce con le novità artistiche internazionali – di lui si può parlare di operosa solitudine ma non di isolamento – e la formulazione di un linguaggio capace ancora oggi di tradurre le inquietudini della modernità.
Il percorso espositivo segue un criterio cronologico con accostamenti mirati e inediti che documentano l’evoluzione stilistica e il modus operandi del pittore, 34 sezioni che raccontano le varie fasi della pittura del Maestro nella variazione dei temi prescelti: natura morta, paesaggio, fiori e solo raramente figure e delle tecniche: pittura, acquaforte e acquerello.
A metà percorso, una suggestiva installazione video ripropone al visitatore la camera-studio di Via Fondazza a Bologna, oggi museo, dove Morandi visse e lavorò fino ai suoi ultimi giorni, accompagnata da frammenti audio di un’incisiva radio-intervista al pittore di Peppino Mangravite, insegnante alla Columbia University (1955).