Valle Camonica, Brescia. La Valle dei Segni e le sue incisioni, patrimonio dell’umanità, sono state le prime ispiratrici di Franca Ghitti, grande artista camuna a cui la Valle Camonica dedica ora un museo diffuso da ammirare percorrendo la vallata e seguendo l’itinerario “Franca Ghitti. Opere pubbliche”.
La visita può iniziare dal nuovo Museo Franca Ghitti, il cui primo, notevole nucleo – che si può ammirare all’ex Monastero di Santa Maria della Visitazione, nel cuore storico di Darfo Boario Terme – offre il punto di partenza ideale per allargarsi alla scoperta del vasto Museo Diffuso di opere dell’artista camuna che connotano il territorio.
L’itinerario “Frana Ghitti. Opere pubbliche”, segnalato da un preciso depliant informativo, conduce alla scoperta delle molte, e molto rilevanti, opere di committenza pubblica di Franca Ghitti che connotano la media-alta Val Camonica sino al Lago di Iseo. Terre bellissime, struggentemente intense nella loro parte alta, che si vanno via via addolcendo nell’avvicinarsi al Lago.
E’ a questa antica, essenziale, terra, alle sue tradizioni e lavorazioni, alle incisioni che generazioni e generazioni di uomini hanno depositato sulle rocce levigate da remoti ghiacciai, che Franca Ghitti si è ispirata, meglio connessa, nel dare forma alle sue visioni.
Le opere, in legno, ferro, pietra, vetro, riconducono a valori, storie, chiusure e sguardi di queste comunità, danno forma a fatiche e ritualità, voce al sotterraneo perdurare di un patrimonio comune.
Ghitti, in simbiosi con una storia più volte millenaria, la rivive con linguaggi e sensibilità dell’oggi. È un processo potentemente alchemico, simbolico, quello che l’artista officia nel trasformare remoti segni, materiali eterni, storie impastate di rocce, acqua e cielo, in opere magnifiche, capaci di risuonare nel profondo dell’uomo di ogni tempo.
Il percorso di visita alle opere pubbliche di Franca Ghitti inizia dall’alto Lago di Iseo, con il monumento a “I 13 martiri” partigiani innalzato sulle sponde di Lovere. Sempre sul lungolago, ma a di Pisogne, il “Tempo del ferro”, a ricordare una lavorazione che qui aveva uno dei suoi epicentri.
A Costa Volpino, una ”Installazione” anch’essa collegata alla medesima attività industriale, e nella chiesa di Sant’Antonio Abate, le vetrate della Ghitti ad illustrare la Genesi, l’Apocalisse e le Beatitudini. A Gianico, l’installazione della Ghitti, nella piazzetta del paese, richiama “I testimoni di Gianico”, ovvero le famiglie fondanti la comunità, e a collaborare con l’arista nella realizzazione dell’opera sono stati gli eredi di quelle famiglie. Nel borgo, altre opere dell’artista: “La Vicinia di Gianico”, “Il tondo della legna” e il “Tavolo delle offerte”. Tutte ispirate alla tradizione comunitaria.
All’Hotel San Martino, a Darfo Boario Terme, si ammirano diverse opere della Ghitti, tra le quali il magico “Tondo” in legno rivestito di ferro. Nella Cappella della Caritas, conosciuta come Cappella Ghitti, le vetrate e gli arredi liturgici sono opera dell’artista Al cimitero di Erbanno, da non perdere i “Tre alberi” collocati nell’antica cappella di San Martino. Nella parrocchiale di San Rocco, Ghitti è intervenuta sul campanile trasformando in opere d’arte il cancello e la finestrella. Ancora a Darfo Boario Terme, in S. Maria del Restello, si possono ammirare una “Pietà” e le “Storie di Gesù”.
A Civitate Camuno, l’ “Albero croce” ricorda, nella piazza loro intitolata, Falcone e Borsellino. Opera potente e fragile, al contempo. Nella Cappella Maggiore del Cimitero di Melegno, la monumentale “Veglia dei morti”, vetrata di intensità medievale. Breno vanta, come Darfo Boario, un ampio nucleo di opere di Franca Ghitti, con la “Vicinia”, in Sala Giunta della Comunità montana, “Il Cancello della Vicinia”, opere che richiamano la solidarietà comunitaria, l’ “Albero fiorito” in Municipio e altre due opere al CaMus, il Museo della Valle Camonica: il grandioso affresco dei primissimi anni 60 intitolato “Racconti della Valle” e un pannello del ciclo “Memoria del Ferro”.
Il tema della porta, ambivalente simbolo di chiusura a di transito, torna a Nadro di Ceto e a Cerveno. Impossibile percorrere questo Itinerario restando indifferenti. Nelle sue opere Franca Ghitti sa trasmettere il perdurare nell’attualità di linfe che hanno tenuto insieme, nella quotidiana difficoltà, queste comunità di montagna. Riuscendo a farne percepire la forza anche a chi, quassù viene “solo” per una vacanza.