giovedì 21 Novembre 2024

Dalla Bassa a Tremosine, viaggio di nostalgia

Tremosine, Lago di Garda –  Tremosine fa parte, a ragione, del prestigioso club dei borghi più belli d’Italia. Nel bresciano è in buona compagnia con Montisola e Bienno.

Per la prima volta io ci arrivai nel novembre del 1984. Facevo parte dell’organico DOA, per chi è del mestiere ed ha la mia età sa che voleva dire: dotazioni organico aggiuntivo. In altre parole, insegnante elementare di ruolo, senza posto fisso. Ogni anno si sceglieva in Provveditorato e si andavano a coprire i posti liberi in provincia. E la provincia di Brescia è davvero vasta, con la sua pianura, il lago e le valli.

Esistevano diverse sedi che nessuno ambiva e in modo particolare le famigerate “sedi disagiate di montagna” ovvero luoghi dove non arrivavano mezzi pubblici e quindi era quasi obbligatorio viverci. In compenso il punteggio, per un anno trascorso in quei posti, valeva doppio e ti aiutava ad ottenere una sede fissa.

Fu così che scelsi Voltino, una delle diciotto frazioni che compongono Tremosine, sede disagiata di montagna. Non sapevo di scoprire un paradiso. Lasciai le prime nebbie di novembre a corteggiare la pianura e mi avventurai, con la mia fiat 126, verso il Lago di Garda. Imparai subito ad amarlo. Del mare il Garda ha il moto ondoso e gli spruzzi, le spiagge e le calette segrete, il profumo e i colori.

Quando vi arrivai la prima volta, l’autunno già imperava con i colori caldi delle latifoglie. In basso l’azzurro del lago, le piccole vele bianche e di fronte la catena scura del Baldo, che sembrava più vicina quando si preparava tempo brutto. Qualche vacca da latte pascolava accanto alla scuola. Bruna alpina, la razza. L’anno seguente ottenni un posto fisso a Visano, ritornai quindi nella Bassa non senza un poco di nostalgia. La scuola elementare restò aperta a Voltino fino al 1988. Poi, come accade a molte scuole di montagna e a piccolissime scuole di pianura, fu chiusa.

Il viaggio era sempre lo stesso, ogni settimana. Prima sosta a Lonato, con il suo lido e la vicina elegante abbazia di Maguzzano. Qui davo un passaggio ad una collega che divenne mia amica e visse con me un intero anno, insegnando nella piccola scuola del paese. La sosta era poi a Desenzano con la sua villa romana, il porticciolo che entra nel salotto veneziano di Piazza Malvezzi. Vedevamo, però solo la stazione, dove saliva una“maestrina”, di Novellara, in provincia di Reggio Emilia, il paese dei Nomadi. La sua meta era Vesio, un’altra frazione di Tremosine. Così, cariche del nostro bagaglio e di molto entusiasmo, percorrevamo tutta la Gardesana occidentale.

Salò, “Magnifica Patria” al tempo della Repubblica di Venezia.  Antica capitale del lago, la terra di Gasparo Bertolotti, da molti ritenuto l’inventore del violino. Poi ultima speranza per il fascismo agonizzante. Gardone Riviera con il suo “Vittoriale degli Italiani”. Qui tutto appare magicamente deformato come nei sogni. L’ultimo regalo di D’Annunzio, allontanato dal fascismo, perché troppo intelligente e quindi scomodo. La pianura con i suoi campi di frumento, appena arati e seminati era lontana. Iniziavano le chiome argentee degli ulivi che moltiplicavano i riflessi del lago.

Superato il golfo di Maderno e l’abitato di Toscolano, la montagna sembra proprio prendere d’assalto il lago. Il clima mite permette coltivazioni d’agrumi rari, cedri, bergamotti e naturalmente limoni. Proprio a Limone erano ancora visibili le limonaie del paese, che si estendevano a gradini sopra l’abitato ed accoglievano limoni, cedri e aranci fin dal XIII secolo. Oggi sono rimasti solo i pilastri bianchi in muratura, che servivano come sostegno alle protezioni stese per salvaguardare gli impianti dal freddo dell’inverno. Un paesaggio davvero strabiliante. La strada corre per lunghi, spettacolari, tratti in galleria.

Da Gargnano (dove, sul lago di fronte, si corre a settembre la leggendaria regata della Centomiglia) sino a Riva, è un sogno per chi ama la vela. E il windsurf. Ma proprio a Limone, lasciata la costa, la strada s’inerpica di colpo, il paesaggio si fa montano, anche se ancora ci sono ulivi. Superata la frazione di Bazzanega, paradiso per i tedeschi, posta proprio di fronte a Malcesine, si raggiungeva, a Voltino, la piccola scuola con le pluriclassi.

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