Val Camonica, Brescia. Nel 2023 il Parco dell’Adamello compie i suoi primi 40 anni. Per celebrare un traguardo tanto importante è stato predisposto un calendario di iniziative ed eventi che si svolgeranno nel corso dell’estate. Gli appuntamenti che proveranno a raccontare il territorio del Parco da diverse prospettive, spaziando dalla spiritualità alla cultura, dalla scienza alla musica, dall’ambiente al futuro. Con la montagna e i suoi abitanti sempre al centro del discorso e come scenario d’elezione per storie, esperienze, idee e progetti.
Si percorreranno sentieri, saranno raggiunti gli alpeggi, si incontrerà la montagna di mezzo e si camminerà sul filo del ghiacciaio, fino all’autunno, quando ad essere protagonisti di iniziative e appuntamenti saranno le studentesse e gli studenti della Valle Camonica, veri numi tutelari del futuro del territorio.
Sono passati ben quattro decenni, era il 16 settembre del 1983, da quando Regione Lombardia riconobbe e istituì il Parco dell’Adamello con Legge Regionale n°79/1983 nell’ambito delle neonate politiche regionali di tutela delle aree protette.
Il disastro di Seveso (uno dei più gravi incidenti ambientali della storia italiana) portò verosimilmente ad una accelerazione di una serie di politiche per la tutela dell’ambiente che iniziavano a richiedere spazio e attenzione. Una di queste era, appunto, l’istituzione di aree protette, nell’ambito di una cornice istituzionale regionale; in Valle Camonica fu la stessa Regione a intercettare nel mondo delle associazioni ambientaliste e sul territorio il desiderio di istituire un’area protetta a tutela del patrimonio ambientale presente.
La gestione di questa nuova realtà venne quindi affidata alla Comunità Montana di Valle Camonica, che aveva esercitato un’azione di mediazione politica sul territorio, favorendo l’istituzione dell’area protetta ed esercitando in seguito un ruolo attivo nella messa a punto degli strumenti per il suo funzionamento e coordinamento.
Da allora, oltre alle battaglie strategiche, al piano territoriale di coordinamento, alle regole di funzionamento, alla pianificazione, a Rete Natura 2000 e all’esistenza di un Parco Naturale vero e proprio, sono stati davvero numerosi i progetti svolti all’interno dell’area protetta. Ad esempio il Parco ha aperto, mantenuto e gestito la Casa del Parco di Vezza d’Oglio, la Casa del Parco di Cevo, l’Osservatorio Faunistico in Aviolo, il Centro Faunistico e CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) di Paspardo, l’unico in tutta la provincia di Brescia: in questi centri si svolgono attività di educazione ambientale, si fornisce ospitalità e si promuovono sempre più tentativi di sviluppo sostenibile e turistico a vantaggio dell’intero territorio.
Specialmente nell’ultimo decennio che il Parco è diventato anche strumento per la promozione di una visione di sviluppo sostenibile, di tutela e di valorizzazione dell’ambiente, allargata a tutto il territorio della Valle Camonica geografica. Vanno letti in quest’ottica esempi recenti quali il riconoscimento della Riserva della Biosfera Valle Camonica-Alto Sebino, istituita nell’ambito del programma MaB-UNESCO, i numerosi progetti di valorizzazione del corridoio fluviale del Fiume Oglio e l’implementazione nello stesso del percorso ciclo pedonale della Ciclovia dell’Oglio, collegata al resto d’Europa da percorsi ciclabili contigui.