Rovigo – Secondo round per il Festival Opera Prima, l’evento dedicato all’innovazione dell’arte scenica che parta anche quest’anno a Rovigo artisti nazionali ed internazionali e che è organizzato dall’Associazione Festival Opera Prima, in collaborazione con il Teatro del Lemming e con il sostegno del MiC-Ministero della Cultura, del Comune di Rovigo, della Fondazione Cariparo, della Fondazione Rovigo Cultura e di ASM Set.
Come spiega Massimo Munaro, coordinatore artistico del Festival, “questo appuntamento nasce sotto il segno dell’arcano del Sole, XIX° carta dei Tarocchi, la nuova edizione di Opera Prima, che oltre a configurarsi come un ponte fra le generazioni del teatro, vuole essere un luogo aperto alle questioni spinose del presente: la guerra, la discriminazione delle diversità, la malattia.
Nell’idea che, per abbracciare veramente la vitalità e lo spirito di rinnovamento insito nell’arcano che battezza questa edizione, sia necessario prima di tutto accrescere la propria consapevolezza, indagare le ferite del nostro tempo senza confinarle perciò nelle zone d’ombra che favoriscono soltanto un’omologazione oggi sempre più imperante.”
Il Festival continua ad essere un luogo di esplorazione e ricerca dei nuovi linguaggi della scena, dedicato alle nuove creatività giovanili e a tutto quel teatro che non si arrende alle abitudini e che ama perciò sperimentare forme più aderenti alle sensibilità del presente.
Come nelle scorse edizioni, particolare attenzione è stata data all’utilizzo degli spazi della città: come sottolinea Marina Carluccio, presidente dell’associazione Festival Opera Prima, “Quest’anno la programmazione abita gli spazi urbani della città: oltre all’utilizzo delle due piazze principali (piazza Garibaldi e piazza Vittorio Emanuele II) e ai Giardini Due Torri, location principale del Festival sin dalla sua rinascita nel 2018, quest’anno il Festival è tornato ad abitare il Teatro Sociale e i Sotterranei dei Giardini Due Torri, e utilizza anche un nuovo spazio: l’Urban Digital Centre – Innovation Lab di via Badaloni”. Viene poi utilizzato, come nelle scorse edizioni, il Teatro Studio, il Chiostro degli Olivetani, la Gran Guardia, Piazza Annonaria e la Pescheria Nuova.
Il fuoco del Festival è dal 15 al 18 giugno, con una programmazione ricca di eventi ed occasioni di incontro e riflessione sul teatro e sulla sua attualità.
Ecco allora la presenza anche quest’anno di alcuni maestri della scena: Michele Sambin, storico fondatore del TAM Teatro Musica, in scena giovedì 15 giugno ai Giardini Due Torri con un lavoro sul passaggio del tempo e il deterioramento delle immagini; Paola Bianchi e Valentina Bravetti, ospiti in Teatro Studio il 16 giugno con uno spettacolo che mostra con coraggio e poesia il corpo anche nella sua fragilità; Motus, che sabato 17 giugno tornano dopo quasi trent’anni ad Opera Prima, Festival che ha contribuito a lanciarli, con un lavoro che esplora lo spazio tra la fragilità femminile e il suo spirito di vendetta infuocato; Qui e Ora e Sosta Palmizi, in scena domenica 18 in Teatro Sociale, con un lavoro che ci mostra con ironia l’ossessione per la catalogazione.
E poi gli spettacoli scelti, fra oltre 700 proposte, sul Bando Opera Prima: la danzatrice e coreografa belga Danielle Huyghe, in scena giovedì 15 giugno in Teatro Sociale con uno spettacolo sul tema dell’insonnia come conseguenza dell’iper- performatività dei nostri tempi; il danzatore ungherese Roland Géczy, che sabato 17 invaderà Piazza Vittorio Emanuele II con il suo lavoro capace di ibridare il folclore del suo paese fino a renderlo un linguaggio universale; la danzatrice e coreografa israelo-georgiana Annabelle Dvir, in scena il 17 giugno in Teatro Studio con un lavoro capace di porci faccia a faccia con il lato più misterico dell’universo femminile, quello tanto temuto e represso dalle nostre società patriarcali; la giovane attrice Caterina Marino, che domenica 19 in Teatro Studio presenterà il suo monologo sul disagio giovanile e le sue ripercussioni.
E ancora: i giovani allievi del Liceo Paleocapa di Rovigo che venerdì 16 porteranno in piazza Garibaldi l’energia e il vigore della parola dantesca; Cartocci Sonori con la loro opera prima che sabato 17 ai Giardini Due Torri sarà capace di fare luce sul nostro presente attraverso il linguaggio della spoken music e spoken poetry; Slowmachine, che il 19 giugno abiterà i Sotterranei dei Giardini Due Torri con un lavoro che conduce lo spettatore negli orrori dei lager libici, grande rimosso della società occidentale in cui viviamo; Ludovica Manzo e Loredana Antonelli, venerdì 16 ai Giardini Due Torri, con un lavoro in cui si fondono musica elettronica, canto e sperimentazione video; e infine Momec, che torna dal 15 al 18 giugno in Gran Guardia con la sua installazione sospesa tra memoria e ricordo.
Come negli scorsi anni, a chiudere la programmazione sarà un concerto: quest’anno ospiteremo il compositore americano Dustin O’Halloran, vincitore di un Emmy Award nel 2015 e nominato all’Oscar, Golden Globe e Bafta nel 2017, che presenterà in trio il suo ultimo album.
Opera Prima vuole aprirsi ad una vitalità ritrovata, frutto della consapevolezza profonda che compito dell’arte è quello di creare spazi di riflessione, condivisione, rispecchiamento reciproco e, quindi, fare comunità.
Gli eventi sono accessibili con un biglietto unico di 15 euro che permette la partecipazione a tutti gli spettacoli di una singola giornata. La prenotazione è obbligatoria per gli spettacoli dell’Anteprima, per MOMEC e per Slowmachine; mentre è consigliata per Motus, Paola Bianchi/Valentina Bravetti, Cartocci Sonori.