Gattatico, Reggio Emilia. Si sposta a sud del Bel Paese dal 13 al 15 giugno, la Scuola di Paesaggio Emilio Sereni, una trasferta e una collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno a Fisciano, per una edizione speciale intitolata Paesaggi e patrimoni. La Via Appia nelle aree interne del Sannio e dell’Irpinia. La Scuola è organizzata dall’Università di Salerno in collaborazione con la Biblioteca Archivio Emilio Sereni dell’Istituto Alcide Cervi.
La Scuola mira ad attirare l’attenzione e a promuovere un’occasione di confronto tra specialisti, professionisti e studenti universitari sulla conoscenza, valorizzazione, sviluppo sostenibile e buone prassi dei contesti territoriali del Sannio e dell’Irpinia attraverso il riconoscimento dei processi storici, culturali, ambientali ed economici di lungo periodo che li hanno trasformati e plasmato le Comunità che li abitano.
Nel corso degli anni, grazie anche all’Istituto “Alcide Cervi” e alle edizioni della Scuola sul Paesaggio “E. Sereni”, nonché al progredire della ricerca scientifica nello studio dei paesaggi occorsi nel tempo, si sono dilatati enormemente gli orizzonti, creando Sistemi Integrati di Conoscenze che, in un’ottica globale, hanno prodotto profonde modificazioni nei metodi e nelle strategie, consentendo di poter sostenere il confronto con la dimensione politica, sociale ed economica del presente e affrontare problemi di tutela, pianificazione e valorizzazione, sostenibilità e qualità della vita nell’ambito delle periferie urbane e del mondo rurale. In particolar modo le aree interne, vasti territori caratterizzati da forme ecologiche e sociali distintive, con settori tuttora attivi nella loro continuità d’uso, sono minacciate da dinamiche decostruttive che causano perdita di biodiversità, degrado dei paesaggi umani e perdita di conoscenze.
Nel susseguirsi delle trasformazioni del paesaggio è fondamentale riconoscerne le peculiarità, la memoria dei luoghi, i fenomeni di degradazione e le mutazioni occorse per provare a definire e progettare nuove forme di gestione e valorizzazione che abbiano come obiettivo comune la sopravvivenza dei luoghi identitari, la trasformazione da paesaggi marginali a fulcro delle comunità. L’attenzione si sposta dal patrimonio culturale alle persone, al loro rapporto con l’ambiente circostante e alla loro partecipazione al processo di individuazione dei valori culturali, tramite il riconoscimento, nell’eredità materiale e immateriale, di una risorsa di sviluppo sostenibile.