Brescia. Visit Brescia insieme a Lonely Planet, la più autorevole casa editrice di guide turistiche al mondo, hanno realizzato un’idea di itinerario raccontato in un video interamente dedicato al lago d’Iseo e alla Franciacorta. Un’idea di primavera per passare “48 ore in Franciacorta e sul Lago d’Iseo“.
Si ascolta nel video e si legge nella descrizione: “C’è un territorio, a nord-ovest di Brescia, in cui morbidi filari di vite sono accarezzati dalle brezze lacustri, in cui l’eleganza scaturisce dalle atmosfere e dalle architetture, dai vini e dai paesaggi. Benvenuti in Franciacorta e sul Lago d’Iseo.
Se esistesse un coefficiente per valutare il rapporto tra le dimensioni e la varietà di ambienti di un’area geografica, allora Franciacorta e Lago d’Iseo otterrebbero un punteggio stratosferico. In una porzione ridottissima della provincia bresciana, infatti, vi ritroverete a esplorare paesaggi ed ecosistemi diversissimi, come normalmente capita in zone molto più estese.
La scenografia più iconica è quella delle distese di vigne che si insinuano a perdita d’occhio verso l’orizzonte, appena interrotte da qualche borgo o castello qua e là. Non può essere altrimenti, del resto: la Franciacorta è prima di tutto patria di un prodotto enologico di fama planetaria: il Franciacorta DOCG. Tuttavia, a un passo dai filari di vite ci si ritrova all’improvviso in un suggestivo ambiente umido e paludoso, selvaggio e profumato d’avventura: sono le Torbiere del Sebino, fino agli anni Cinquanta del secolo scorso luogo di estrazione intensiva della torba, oggi scrigno di biodiversità abitato da centinaia di specie animali, alcune delle quali facilmente avvistabili percorrendo uno dei tre sentieri ad anello che attraversano la riserva.
e amate passeggiare tra i vicoli di deliziosi paesini, e una vacanza deve rappresentare per voi un break dalla frenesia della città, sul Lago d’Iseo troverete pane per i vostri denti. Iseo, per esempio, è una destinazione estremamente rilassata, con un suadente lungolago dove fare avanti e indietro senza mai fermarsi, una bella piazza dedicata a Giuseppe Garibaldi e la Pieve di Sant’Andrea, per quella spruzzata di medioevo che non guasta mai. Poco più a nord c’è Sulzano, indelebilmente legato al più grande evento artistico della storia del lago: nel 2016, Christo realizzò qui l’opera The floating Piers, una sorta di passerella galleggiante che, partendo dal borgo, attraversava lo specchio d’acqua e raggiungeva Monte Isola.
La memoria di quell’avvenimento, che per due settimane propagò la fama di questo territorio nel mondo, ha sancito una vocazione all’arte contemporanea ancora oggi pulsante in piccole gallerie disseminate in diverse località. E poi c’è Pisogne, che alla gradevolezza del tessuto urbano, con le immancabili e strepitose vedute lacustri, aggiunge un sito di rilevanza artistica stupefacente: la Chiesa di Santa Maria della Neve, affrescata da uno degli eroi della pittura cinquecentesca bresciana, Girolamo Romanino, qui capace di interpretare i temi sacri in un ispirato stile anticlassico.
Per gli amanti della cultura e a proposito di temi sacri, nel territorio non mancano i monasteri ricolmi di tesori, in grado di stuzzicare gli appetiti degli amanti delle forme artistiche più tradizionali. A Rodengo Saiano, per esempio, l’Abbazia di San Nicola, con i suoi tre chiostri e le esuberanti decorazioni nella chiesa, ha la personalità delle grandi architetture religiose.
Anche il Monastero di San Pietro in Lamosa, proprio alle soglie delle Torbiere del Sebino e un tempo appartenuto all’ordine cluniacense, spicca per un apparato decorativo di prim’ordine: grazie agli affreschi dell’Oratorio dei Disciplini, in particolare, potrete approfondire la curiosa storia delle confraternite medievali. Per cogliere al meglio i molti lasciti e le testimonianze artistiche presenti sul territorio, percorrete almeno un tratto della Via del Romanino: l’itinerario vi accompagnerà alla scoperta di chiese, palazzi, ville, edifici sparsi in tutto il territorio, da Bienno a Breno, da Brescia a Monte Isola, da Pisogne a Rodengo Saiano.
Se invece siete incuriositi dai percorsi museali inconsueti, tenete presente che a Monte Isola si trova il Museo della Rete: l’abilità degli artigiani locali era così rinomata che fino agli settanta del Novecento si veniva qui da ogni angolo d’Europa per acquistare le reti da pesca. Si chiude il tour alla grande visitando la Fondazione Paolo e Carolina Zani, a Cellatica, nella parte orientale della Franciacorta: si tratta di una sontuosa Casa Museo, con una collezione di capolavori pittorici veneziani tra XVII e XVIII secolo degna dei più importanti musei internazionali. E così, inevitabilmente, al termine del viaggio vi sentirete inebriati: di grandi vini, ma soprattutto della traboccante bellezza di questi luoghi.